Sara Ferro W. (1977, Milano) studia e si laurea in Sociologia, specializzandosi in Media. Ha un alterego detective undercover sui generis, che segue indizi antiquari, spia scene subculturali transumane e frequenta mondi più esoterici che esotici, ma non tralasciando mai di curare un distaccato piglio etnologico. Vive tra nonchalanche ed estrema versatilità. Sua passione i vertici del triangolo industriale, natali Milanoesi, decadi genovesi, orizzonti sulle vette torinesi. Ha tutto un passato tra altre città ancora, tutte ufficialmente d’arte, come Berlino e Venezia e un po’ di Londra. Difficile starle dietro mentre salta da una sinapsi alla prossima sinergia, è una moving imaginist con suo campo di elezione nelle moving images che ama si animino sulle piattaforme online mosse da onde digitali. Vorrebbe lasciare il segno nella teoria sociologica attraverso riflessioni di natura audiovisiva oppure riflessi ottici che con uno stimolo visivo potente si colleghino ipertestualmente ad informazioni di natura simbolica e dunque universale. La sua sperimentazione ha allure psicogeografica, anche quando i territori sono quelli squisitamente mentali. Se di studi è sociologa magistrale è da sempre imprestata alla germanistica che appunto frequenta dai tempi accademici in gran parte trascorsi a Berlino. Oltre a tradurre letteratura traduce sostrati intercettati nella cultura tedesca in immagini in movimento, trasporta impressioni da carta su altri media, trasferisce paesaggi culturali e panorami sociali in mondi sintetici di virtuale tuttavia spesso scottante realtà, non per forza attuale, tuttavia di norma con forte potenziale di riattualizzazione, di revival, di rediviva vivacità. Le cose germaniche rientrano nel suo orizzonte di senso da cui sconfina però più che di sovente in cerca di cartine di tornasole per testarne la bontà ben oltre l’idealità, come si suole per le idee valide. Se non traduce, filma o dirige, ambienta mondi sintetici e cura transfer culturali tra vecchie e nuove psichedelie e cybermanifesti, scrive poemetti semiseri.
Arte + Moda + Tatuaggi
Shopping “Vintage Luxury Vintage” con Aperitivo, organizzato da Martina Pianara in collaborazione con Myam Mehndi e il collettivo ARTOLDO, con la partecipazione dei registi e artisti multimediali Sara Ferro e Chris Weil. Ti invitano a prendere parte a un evento speciale tra tatuaggi, moda e arte, dove un abito originale di Valentino incontra la collezione di Realtà Virtuale “After Life”—creata in memoria dello stilista britannico Lee Alexander McQueen da ARTOLDO—nella loro installazione immersiva “Artifashion Intelligenzia – Il Viaggio Virtuale della Maschera”, presentata dal Dress Code Film Festival.
Il potere dell’intelligenza artificiale e del clonaggio vocale accoglie ospiti speciali, tra cui nientemeno che David Bowie, Kanye West, Lady Gaga, Isabella Blow, Sarah Burton e Seán McGirr, accompagnati da un ritratto virtuale del fotografo americano Joel-Peter Witkin, considerato il padre della maschera e fonte d'ispirazione per i registi di videoclip Mark Romanek e Floria Sigismondi.
Entra nel Viaggio Virtuale della Maschera, sblocca contenuti nascosti e scopri gli ultimi segreti di McQueen. Partecipa al Meet and Greet con aperitivo, autografi e spettacolo dal vivo. Scopri abiti vintage di lusso nella realtà e perditi nella VR, mentre ti chiedi: dovrei farmi il mio primo tatuaggio oggi?
Esplora la ricerca accademica di ARTOLDO, che affronta la domanda più importante mai posta nella storia dell'umanità: La moda è arte?
Diventa un pioniere digitale e immergiti nella complessa realtà virtuale creata da Sara Ferro e Chris Weil—due artisti che, per la prima volta, hanno combinato intelligenza artificiale, modellazione 3D, arti visive in movimento, video arte e VR in un modo che non hai mai sperimentato prima.
Dichiarazione d'artista di ARTOLDO: “Artifashion Intellighenzia - The Virtual Journey of the Mask” è un’installazione in modalità realtà virtuale del collettivo Artoldo composto da Sara Ferro e Chris Weil, che ricrea nella profondità di un mondo sintetico un transfert culturale tra moda e arte e ritorno in cui protagonisti di una certa intellighenzia della moda e della cultura pop culture legate a doppio filo allo stilista Lee Alexander McQueen danno una loro versione sempre vaga e approssimativa come si addice agli addetti ai lavori relativamente alla complicata questione se la moda sia anche arte e viceversa.
Nel generare questa risposta si è data voce (sintetica e clonata) a protagonisti del fashion system, dell’art world e della pop culture quali Alexander McQueen, l’artista americano Joel-Peter Witkin, ma anche figure di culto come David Bowie, pop star come Lady Gaga e Kanye West, come pure fashionista anti litteram vedi Isabella Blow, i continuatori del marchio, Sarah Burton e Séan McGuirr e altri attori contemporanei del sistema moda sempre meno legati alla creazione e produzione e sempre più alla ricreazione e riproduzione nel segno del vintage di marca estremamente ricercato e attorno a cui nuove storie mediaticamente si addensano.
Lo storytelling che si dipana nell’ambiente installattivo virtuale è in linea con la non-linearità della nostra contemporaneità e gioca a ripercorrere il viaggio iconico che una certa maschera fa in primis immortalata da un fotografo sui generis e ancora molto controverso sebbene ormai classico, Joel-Peter Witkin, apparendo poi in sfilate di moda, in video clip, sui social media, su visi di artisti musicisti e fashion influencer e in modo sempre più caledoscopico a ricomporre un arco temporale di trent’anni, dagli anni ’80 fino ad oggi.
La giuria di NoWeapon.World ha selezionato i seguenti artisti per la prima mostra pubblica di poster d'arte a Venezia:
ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil, Federica Barcellona, Nayanjyoti Barman, Stefano Bonacci, Attilio Brancaccio, Cristiano Cesolari, Michele Chiossi, Andrea Colombu, Luca Costantini, Valeria Dardano, Suzanne De Graaf, Mateusz Domeradzki, Kitty Doomernik, Andrea Famà, Lidia Fiabane, Franko B, Fernando Garbellotto, Riccardo Garolla, Lory Ginedumont, Serge Gualini, Maria Hanl, Carla Iacono, Paul Dunki Jacobs, Pierpaolo Koss, Gloria Veronica Lavagnini, Giusi Lorelli, José Antonio Hinojos Morales, Filippo Moroni, Mauro Pipani, Annalisa Pisoni Cimelli, Noémia Prada, Roberta Orio, Sona Sahakian, Tenedle, Alessandra Vinotto, Henk Wijnen, Stefania Zambon.
La Biblioteca Universitaria di Genova in collaborazione con Art Commission, presenta la mostra Display, un’edizione speciale del progetto MOSAIC ON PAPER.
Sono 72 i multipli selezionati per questa edizione che vedrà un allestimento inedito, per la prima volta infatti, i multipli di Mosaic saranno presentati non come installazione unica a parete, ma all’interno delle storiche teche della biblioteca.
La mostra è realizzata nell’ambito della VI edizione della Biennale Le Latitudini dell’Arte, che sarà inaugurata al Galata Museo del Mare il Primo di Agosto e rientra dunque nel circuito BLA 2024 insieme alle mostre realizzate per l’occasione, al Museo d’arte contemporanea di Villa Croce e al MEI, Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana.
MOSAIC ON PAPER – Display, curata da Virginia Monteverde, realizzata grazie alla collaborazione di Mariangela Bruno della Biblioteca Universitaria e al critico d’arte Lorenzo Mortara.
La sfida che ATB si pone è quella di uscire dagli ormai superati confini teorici e concettuali combinando in una singola esperienza ibrida e totalizzante diversi mondi che, almeno in occidente si ritengono separati, verso un “New Deal” già indagato da Pasolini o Isgrò.
Curatori: Alessandro Allocco, Isabelle Russo | Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil, Mariella Bogliacino, Ahmad Barho, Samuel Dossi, Marta DeLorenzis, Faé A. Djéraba, Ahmed Elsharif, Maria Erovereti, Hatim Ghanin, Eroverety, Arezki Larbi, Maurizio Limongelli, Miloudi Nouiga, Fernando Montà, Lucia Orlando, Mohamed Otaybi, Sauar, Rosa Sorda, Edoardo Vaira, Marta Valls, Kamel Yahiaoui, Islam Zain Albdeen.
ATB Associazione Culturale in collaborazione con Rivarts di Parigi presentano presso la Galerie AVM a Montmartre l’esposizione di arte contemporanea “Ces Gents la”. La rassegna, alla sua prima edizione, si realizzerà in due sedi tra Parigi e Torino e proporrà artisti di tutte le regioni italiane e artisti le cui opere sono contenute all’interno della collezione d’arte “GliExta” composta da Isabelle Russo nell’arco di vent’anni.
L’esposizione è stata pensata come parte del progetto #PoemArteLitteram, espressione delle attività dell'Associazione per la stagione espositiva e culturale dedicate all'arte visuale e performativa come linguaggio universale che travalica le barriere, in relazione con la poesia e la letteratura che sono invece espressioni delle singole sperimentazioni culturali.
La sfida che ATB si pone è quella di uscire dagli ormai superati confini teorici e concettuali combinando in una singola esperienza ibrida e totalizzante diversi mondi che, almeno in occidente si ritengono separati, verso un “New Deal” già indagato da Pasolini o Isgrò volto ad alimentare con l'essenza pura del segno grafico l'inesauribile creatività artistica contemporanea.
Non a caso sono stati scelti il periodo (tra luglio e agosto 2024) e il luogo (Parigi) poiché il mondo tutto guarderà alla 33° edizione delle Olimpiadi in era moderna ospitati proprio a Parigi: ATB, Rivarts e AVM desiderano mettere in relazione uno degli eventi sportivi più attesi a cui partecipano i migliori atleti al mondo nelle rispettive discipline, con il mondo dell’arte.
Ma non siamo i primi a tentare quest’impresa. Anzi! Pochi sanno che nell’antica Grecia, culla dei giochi, arte e sport andavano di pari passo (i partecipanti dovevano saper gareggiare a livello sportivo, ma anche ballare, suonare, filosofare) come un binomio perfetto per raggiungere l’armonia, allenando tanto il corpo come la mente. E anche i giochi moderni immaginati da De Cubertin prevedevano una forte connessione tra atleti, artisti e spettatori in un’anelito alla bellezza originale. Alle Olimpiadi del 1924, proprio a Parigi, parteciparono 193 artisti (di cui tre sovietici nonostante l’Unione Sovietica non avesse preso parte ufficialmente ai giochi n.d.r.) giudicati da una giuria che comprendeva la prima donna a ricevere il Premio Nobel per la letteratura, la scrittrice svedese Selma Lagerlöf, e il famoso compositore russo Igor Stravinsky.
Le opere degli artisti italiani saranno affiancate alle creazioni di artisti marocchini, algerini, tunisini, ma anche del Sudan e della Siria, paesi duramente colpiti dalle guerre, alcune delle quali parte della collezione “GliExtra”. Nello spirito delle prime Olimpiadi come di quelle del 1924, le opere non riprendono tematiche sportive, ma unitive pur nella diversità di stili, contesti sociali, culture e origini perché è estremamente importante, in questo particolare frangente storico dominato dalle contrapposizioni, da dissapori e rivalità, mostrare che sport arte e cultura aprono le menti e uniscono le società al di là delle differenze, delle difformi modalità espressive, stilistiche, filosofiche travalicando odi e i confini.
Questa mostra è solo la prima tappa di una rassegna tra Torino e Parigi che ATB Associazione Culturale si propone di portare avanti in collaborazione con Isabelle Russo creatrice della collezione d’arte contemporanea “GliExta”. Una nuova esposizione è stata programmata a Torino in novembre 2024 in occasione della Settimana dell’Arte Contemporanea. In quella settimana il capoluogo subalpino sarà protagonista in Europa con innumerevoli eventi artistici ed esposizioni tra le quali Artissima, principale fiera d'arte contemporanea in Italia.
Una pagina che si apre al mondo nei luoghi dove il mondo sarà presente: Parigi e Torino e che celebra la diversità, perché l'arte di domani non si farà più secondo i criteri dei mercati occidentali, ma con criteri di multiculturalità che permetteranno a tutti di apprezzare le qualità delle creazioni artistiche e letterarie al di là delle differenze e delle frontiere.
Art Commission APS in collaborazione con l'Associazione Promotori Musei del Mare di Genova presenta Mosaico su Carta, un'installazione collettiva di multipli d'artista 20×20 su carta fine art, presso il Galata Museo del Mare. Si tratta della prima tappa dedicata ai musei delle edizioni speciali a tema nell'ambito del progetto itinerante che negli ultimi anni è stato presentato in diverse città europee e italiane. Il tema di questa edizione speciale è, naturalmente, il mare in tutte le sue forme. L'installazione collettiva sarà allestita dal 12 settembre al 13 novembre in uno spazio espositivo inedito, individuato dai curatori grazie alla collaborazione di Anna Dentoni, il Glass Space, al quarto piano del Galata: uno spazio molto particolare, un "dentro" e allo stesso tempo un "fuori", una splendida terrazza interna con vista sulla città e sulla Darsena. Scrive Lorenzo Mortara, nel testo critico dedicato alla mostra:
...In questa avventura artistica più dell'anima che del corpo, dobbiamo abbandonare tutti i punti fermi, fare tabula rasa, rivedere le nostre conoscenze e i nostri punti di vista, abbandonare le idee preconcette e i luoghi comuni e, come direbbe Kandinsky, partecipare attivamente con la mente al contatto visivo con i multipli, cioè entrare dentro le opere, anche perché, come dice finemente Machado: Non c'è un percorso, il percorso si fa andando...
...Come riflettere sul simbolo del mare, evento primordiale, generatore di vita ma anche distruttore e portatore di sventura e annientamento? Come lasciarsi coinvolgere pienamente nella lettura di questa collettiva? Come decifrare il silenzio interiore che genera la sua visione? Simbolo in greco è Symballein, e questo ci porta al concetto di unire, cioè mettere insieme tante opere diverse con molteplici significati, frammenti d'artista che pur essendo minuti e infinitesimali sono messaggeri di un sentimento profondo, saggio e antico ma postmoderno...
Curatrice: Virginia Monteverde | Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con la loro opera VR kaltcaldo (per Desktop, Smartphone e Tablet), Connie Bellantonio, Mats Bergquist, Cristian Biasci, Stefano Bigazzi, Andreas Blank, Julia Bornefeld, Babette Brühl, Andreas Burger, Virginia Cafiero, Stefano Cagol, Francesco Candeloro, Cristiano Cesolari, Max Coor, Miro Craemer, Pier Giorgio De Pinto, Theo Eissens, Brice Esso, Maike Freess, Daniele Galliano, Armida Gandini, Lory Ginedumont, GODISART, Gian Luca Groppi, Tanja Hirschfeld, Fukushi Ito, Friederike Just, Vladimir Kartashov, PierPaolo Koss, Jan Kuck, Raquel Maulwurf, Giuseppe Negro, Davide Ragazzi, Fried Rosenstock, Enzo Rovella, Anne Schubert, Niels Schubert, Daniele Sigalot, Nina Staehli, Günter Stangelmayer, Marco Tagliafico, Anne-Claire van den Elshout, Aaron van Erp, Johannes Vetter, Alessandra Vinotto, Alessandro Zannier, Stefano Mario Zatti, Maya Zignone...
Entra nella realtà virtuale Guarda lo showCuratrice: Carla Tocchetti | Artisti in evidenza: Luisella Abbondi, ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con la loro opera AR Otium & The City (per Smartphone e Tablet), Alberto Baj, Doriam Battaglia, Germana Bedont, Stefania Benedetti, Claudia Beulke, Roberto Biondi, Maria Donata Bitondo, Maria Teresa Bolis, Anna Buono, Lorena Calligola, Francesco Cucci, Franca D’Alfonso, Hanna Fitsner, Anastasia Golubova, Carlo Mauri, Marzia Mauri, Elisabetta Meneghello, Leda Michelini, Tiziana Mucchiani, Oscar Pennacino, Elisa Pina, Davide Romanò, Marcella Rupcich, Edoardo Spolidoro e Mara Zuliani. Special guest: Adrian Novakov
Entra nella realtà aumentataCuratore: Alessandro Allocco | Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con la loro installazione di realtà virtuale Zoroaster Superstar VR (per desktop, smartphone e tablet), su Zoroastro: Dall’epocale 'E così parlò Zarathustra' in poi la discesa dalla montagna del più inattuale profeta non si è più arrestata attualizzandosi ad ogni suo passo, nel cui solco icone pop come David Bowie alias Ziggy Stardust hanno proiettato il profetico Nietzsche nel nuovo millennio, zoroastriani insospettabili come il Sir mancato ma già più che reale, Queen of the Night e King dei Queen, la rockstar Freddie Mercury con i suoi costumi di scena e testi emblematici ha manifestato simboli arcani della sua fede ad insaputa di un pubblico mondiale, geni indiscussi come Federico Fellini e Nino Rota nella loro interpretazione di Casanova, spasmodico maestro in tutte le arti più sublimi e adepto del Mago dei Magi, hanno creato nuovi mondi attraversati da quella magia che entrambi ognuno a suo squisito modo e insieme ammaliava e ispirava. Mondi che il collettivo artistico ARTOLDO può ora far vivere in una realtà virtuale, invitandovi a viaggiare attraverso l'universo di Bowie, il palcoscenico spirituale di Mercury e la fantastica e magica Venezia di Casanova per scoprirvi non solo ologrammi di queste gigantesche personalità, ma anche messaggi occultati in marche come Tesla, Mazda, Zadig & Voltaire e altri rimandi allo zoroastrismo come religione matrice culturale di tanta parte dell’esistente.
Entra nella realtà virtuale Guarda il videoBelle arti / Fotografia / Scultura
Iran
Curatori: Abdolreza Rabeti, Afsaneh Haji Moradi
Artisti in evidenza: (1) Abdolreze Rabeti, (2) Afsoon Ararooti, (3) Ali Khamesi, (4) Arghavan Naserkhaki, (5) Delaram Sadeghi, (6) Elahe Faraji, (7) Elham Noori Monem, (8) Faezeh Shojaie, (9) Farzaneh Tayebi, (10) Fatemeh, Mozhdeh, Hasani, (11) Fatemeh Rezaei, (12) Ghazal Alavi, (13) Hamid Tajlifard, (14) Mahdie Dibaee, (15) Mahmanzar Peiravi, (16) Maliheh Rahmani, (17) Marjan Niyati, (18) Maryam Sheikhbahaei, (19) Marzieh Namdar, (20) Mehdi Daneshvar, (21) Mehdi Mahakipour, (22) Mehrangiz Talaiezadeh, (23) Mozhgan Imani, (24) Pegah Bavarsad Ahmadpour, (25) Sahar Eskandari, (26) Sakine [Sahar] Hosseinzadeh, (27) Sedigheh Parisa, Ghasemi Javeh, (28) Sepideh Hajebifard, (29) Shaghayegh Mashhadai Farahani, (30) Shohreh Esmaeili, (31) Sonya Pedram, (32) Yousef Khorrami
Germania
Curatore: Aksana Yakimova Steffan
Artisti in evidenza: (1) Aksana Yakimova Steffan, (2) Anastasia Klinger, (3) Anna Nilova, (4) Ara Avetisyan, (5) Arnav Raj Singh, (6) Gerhard Bauer, (7) Gunter Schmidt, (8) Irene Schneider, (9) Klaudyna Kiełek, (10) Lana Strothkamp, (11) Marijana Vukovic, (12) Niemann Oksana, (13) Sandra Rafaela Seiler, (14) Sebastian Lutz, (15) Simonette Schmalz
Italia
Curatori: Alessandro & Damiana Allocco
Artisti in evidenza: (1) Angela Betta Casale, (2) Eroverety, (3) Fernando Monta’, (4) Lucia Orlando, (5) Maria Erovereti, (6) Mariella Bogliacino, (7) Marta Valls, (8) Maurizio Limongelli, (9) Riccardo Surace, (10) Rosa Sorda, (11) Samuel Dossi e Marta de Lorenzis, (12) ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con la loro opera Mascara Cartridge Déjà War
Guarda il videoCuratore: Alessandro Allocco | Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro e Chris Weil con la loro installazione di video arte Clavis Artis. Mille e non più mille e una notte moving images arts proiettate in una video installazione, presentati in uno spazio virtuale e accompagnati da un progetto cripto, invitano lo spettatore a scoprire rappresentazioni e procedure segrete nell'opera alchemica Clavis Artis, con le illuminazioni in essa contenute elaborate dal colletivo ARTOLDO ispirato da Zoroastro, Casanova, Nietzsche, Nino Rota, Franco Battiato e tanti altri talenti mistici ognuno nella sua professione.
Ricombinazione algoritmica di più di 800 opere video create da ARTOLDO sulla base della Clavis Artis alchemica, ispirata a Zarathustra, riunite in più di 700.000 possibili loop video diversi di 78 minuti ciascuno.
Dichiarazione d'artista di ARTOLDO: Le illuminazioni della Clavis artis, anche quelle più incupenti perché apparentemente raffiguranti pargoli a testa in giù in procinto di essere cotti, mademoliselles divorate da esseri rapaci dagli occhi come bolliti e tristi, come in trance, dame infilzate alle reni, dolci draghetti presi a clavate chiodate, rappresentano invece un viaggio iconograficamente alchemico come nella migliore Tradizione altresì con elementi sorprendentemente esotici nonostante tutta la favella e cronistoria ermetica sia già all’insegna del più grande guazzabuglio - sebbene con una sua severa e rigorosa contraddittorietà tutta interna ad un ferreo ragionamento e concatenazioni stringenti altresì di occulto raziocinio e principi reconditi, sottaciuti e dissimulati. Nel lavoro attorno all’opus ivi ritratto si è voluto metterne in risalto il divertito sconcerto che la visione di tali immagini provoca, provocando a sua volta ulteriori contemporanei turbamenti con una ricomposizione postmoderna delle consuete coppie da nozze o altre amenità alchemiche. L’imprinting della seduzione deve averlo lasciato Casanova su quelle immagini e noi oggi, tramite allusioni funzionanti secondo il principio medievale di simpatia, ne ritroviamo l’impronta anche nelle elaborazioni grafiche oggetto della nostra composizione digitale. Zoroastro, il più mago tra i magi, sedusse altri veneziani coevi del grande seduttore, solo che con il primo, Casanova, Zoroastro finì in una tragedia, con il secondo, Goldoni, in una commedia. Il fil rouge si dipana fino al grande maestro Nino Rota, colui che la Clavis artis la trovò per davvero, presso un antiquario francofortese e che tirò le fila fino ad arrivare alla felliniana rappresentazione della Madame D’Urfè e del suo fugace ma intenso rapporto altrimenti disinteressato con il Casanova in quanto esperto di arti magiche. Tra Maretz, aqua roris Majalis & aqua grandinis, Batzlach o Alazagi, Sale Abizar di fuoco, Alacedach, Magnesia, pietra Algir o pietrisco ghiaioso, Achium e quel che fa, ambra Alatacha, Aazoc o Albetira (anche un pitone/Python, ma in veste di strisciante in carne e ossa o di linguaggio di programmazione?), Alatron, Microcosmi Adamici, Asophol- Celuvialatel, Lachamai Asophol, Alneat e quel che fa, Hadit e Phosphoros e pure i loro segreti Alazagi o Bazlach, Aladcipi e quel che gli pare, di vertigine della lista ce n’è per tutti i gusti – e se fossero queste arcane parole contenute nel tomo alchemico nient'altro se non i nomignoli, i pet name delle graziose creature feroci della Clavis? Una collezione di “mille e non più mille” clip con la specifica tecnica di funzionare come GIFs a partire da elaborazioni grafiche di immagini da uno dei più intriganti manoscritti alchemici mai rinvenuti. L’idea portante era quella di raffigurare lo scompiglio con cui la ricerca scientifica umanistica è confrontata da ritrovamenti fortuiti ad esempio del tipo Codici di Nag Hammadi o comunque da piste di ricerca che si colorano in qualche modo di maggior mistero quando l’oggetto è di per sé già misterioso come spesso con i libri rari, con figure leggendarie tra il letterario, lo pseudo-epigrafico e lo storiografico o quando comunque si tratta di questioni arcane e tematiche esoteriche come pure con nodi etnologici e filologici, questioni etnografiche o degli studi religiosi oppure, ancora, quando ci sono di mezzo dubbi sull’autorialità, sulla verosimiglianza e sui significati reconditi, occulti. Il tutto è poi oltremodo condito dall’essenza stessa dei testi, tutti infarciti di messaggi cifrati o in chiaro ai “veri adepti” assieme al rinnegamento di supposti ciarlatani e sofisti vari. Si è voluto sviluppare una sorta di corpus fac-simile consistente in una serie di variazioni grafiche sul tema di ogni illuminazione come fossero queste ulteriori ritrovamenti e reperti – non a caso si parla di immagini divergenti tra le due copie tanto da non essere chiaro se le due opere fossero gemmazioni di un’unica scomparsa o modello l’una per l’altra, con l’aggiunta del mistero di immagini mancanti e/o non combacianti. Difatti nelle illuminazioni dei manoscritti in questione si tratta in fondo di incroci che mettono assieme mitologia classica greco-romana già ibrida di ispirazioni indo-europee e a sua volta mescolata a mitologie medievali italiche e teutoniche. Ecco, le elaborazioni in oggetto hanno spesso dato vita a figure inedite, ibride e gravide di altre somiglianze e allusive di altri significati. A volte i serpentoni- dragoni-draghetti si sono trasformati in figure da ambientazioni quasi d'ambiente induista o brahamanico, altre sembrano ritornare a sembianze babiloniche, altre ancora sembrano quasi di provenienza aliena e ulteriori, tutta una serie di faccine e faccione, potrebbero essere state create da George Maciunas in un atto Fluxus. Coppie unite da nozze alchemiche sono state smembrate e proposte altre liason risultanti in altri menage. Animali classicamente alchemici ma meno di fantasia rispetto ai draghi, tipo leoni o variopinti uccelli sono diventati pennuti quasi da fumetto o da illustrazione d’infanzia, si sono trasformati in ranocchi, cammelli, lupi, orsacchiotti – complice le fattezze grottesche degli acquarelli, dove la capacità dell’illustratore non era certamente a livelli della tradizione italiana, come praticamente di default in manoscritti e stampe d’oltralpe, laddove il focus non era la “bravura” artistica ma la trasmissione di una tradizione in maniera che nonostante il conservatorismo insito in tutto ciò che si crede "perenne" e si situa dunque nella corrente di pensiero del Perennialismo, aveva in sé per definizione anche la necessità di una certa dose di originalità e innovazione (nella tradizione, certamente), altrimenti come arrivare alla Pietra?, ovvero il vero vanto in fondo in fondo di ogni alchimista degno di tal nome! in barba allo pseudonimo. “Clavis artis, even more puzzling...” proprio per indicare la dimensione a scatole cinesi della ricerca bibliografica attorno ad opere di tale risma e complessità. Nonché il fatto che l’oggetto culturale stesso sia anche oggetto di un’appropriazione da parte della cultura popolare a partire da certe subculture che si definiscono occulte o anche solo che si sentono ispirate da una certa iconologia (come spesso nella musica hard rock/heavy metal) oppure, ancora, nell’ambito di una trivializzazione che comunque è sempre appropriazione (anche se con dinamiche diverse da quella controculturale, che spesso stupisce per alacrità e approfondimento sebbene nell’ambito magari di una distorsione o travisamento ricercato o ingenuo, amatoriale) e riscrittura anche del visivo con significati ad esempio portatori di messaggi anche politici di segno “liberatorio” (con inneggiamenti infatti alla “liberazione delle masse” attraverso i segreti alchemici, “ormai appannaggio delle genti”, come si legge in molti blog o sottoriga in commenti prima in forum di internauti e ora ormai ubiquitosamente praticamente in modo nemmeno più sorprendente sui canali sociali più generalisti).
Le “mille GIFs e una notte” sono state immesse in mondi sintetici accessibili tramite meccanismi propri della realtà virtuale dove appare anche una sorta di segnaletica fatta di cartelli Pinterest, Tumblr, Wikipedia ovvero la cloud iperuranica, vero repositorio aperto e accessibile per la divulgazione di tali immagini (divulgazione iniziata come impresa editoriale e curatoriale, si pensi alle prime fuoriuscite alla Biennale di Venezia con Mino Gabriele) che con buona pace delle istituzioni bibliotecarie segretate e sigillate e loro custodi sono a tutti gli effetti il trait d’union con la coscienza ed incoscienza collettiva a volte per discorsi comunque high-brow anche se quasi sempre privi del rigore scientifico. Certo è che la decontestualizzazione che troppo spesso è mera trivializzazione nuda e cruda può diventare anche sofisticato utilizzo artistico – chissà se Franco Battiato abbia mai citato Zoroastro, ma ecco, tanto per intenderci, altri validi esempi di quella risma saranno di certo rinvenibili cercandoli nei paraggi di interstizi tra cultura alta e popolare. Ritornando alla VR, il paesaggio artificiale è reso penetrabile per muovercisi dentro anche senza l’ausilio dell’apposito visore, bensì sfruttando le possibilità dei sensori di movimento specifici di ogni dispositivo digitale utilizzato. Sia nella versione desktop in cui ci si orienta con il mouse (rotella e tasti), sia in quella smart/tablet dove ci si muove toccando lo schermo con i polpastrelli, spostandosi cambierà la linea dell’orizzonte assieme alla vista sui solidi e poligoni che lo popolano e che ospitano i video che randomizzati verranno tutti mostrati in differenti ambienti e paesaggi.
Dato che una delle due Clavis artis, quella romana, ora linceiana, ha fatto parte della collezione messa assieme dal maestro Nino Rota e dall’erudito professore di liceo e studioso di cose alchemiche Vinci Verginelli, è sembrata cosa sana e giusta costruire il sound scaping attorno a brani tratti da una cantata del 1962, in cui Rota celebra i primi Vangeli e in cui ricorrono topoi come il Natale degli Innocenti, in un certo qual modo sublimato anche in un’illuminazione del manoscritto, come pare di poter supporre, e così non fosse, comunque perché l’oratorio non può essere cascato su questa terra molto lontano dalle ispirazioni che la collezione alchemica ora fondo bibliotecario ha instillato nel Maestro. L’impianto floreale a petali che compare in alcune geometrie delle installazioni su solidi con GIFs animate allude alle attribuzioni d’ambiente rosacrociano che alcuni studiosi hanno ipotizzato date alcune ricorrenze nel testo del manoscritto e ad alcuni artifici riconducibili ai Rosacroce. Chiaramente rinvenute online le illuminazioni alchemiche del triestino Ms-2-27 e del romano MS. Verginelli-Rota sono state sottoposte ad un elaborazione grafica con cui sono state create attorno ai mille video che funzionano in loop a partire dalla copia della Hortis e passando poi a quella dei Lincei con un simile altresì differente effetto visivo. La collezione di circa mille e non più mille clip ha la specifica tecnica di funzionare come GIFs, formato scelto perché la cybercultura della prima ora aveva un ché di arcano e strizzava l'occhi a riferimenti occultistici.
Guarda il videoLa Mostra collettiva comprende 80 opere su carta e stampe d'arte in edizione limitata. La collezione viene presentata al pubblico come installazione collettiva in mostre ed eventi speciali e come evento collaterale in installazioni e mostre internazionali.
Visualizza l'operaLa retrospettiva "Satanic Panic" invita il visitatore a esplorare una selezione delle 428 opere video NFT della collezione Luther Blissett Legacy, creata da ARTOLDO crypto in memoria del super eroe popolare Luther Blissett (1994-1999). La mostra riflette sulle diverse identità dello pseudonimo Luther Blissett, utilizzato da centinaia di artisti di sinistra in Europa per produrre arte, fare scherzi e pubblicare libri. Il suo romanzo più famoso, "Q", potrebbe essere stato abusato dai rinnegati di destra come ispirazione per la loro teoria cospirativa di QAnon.
Guarda il video Visualizza la collezione NFTNO WAR - SEGRETE artisti contro la guerra. Dalle 18:00 alle 22:00 proiezione di tutti i contributi - Gli artisti che hanno partecipato a SEGRETE - Tracce di Memoria negli ultimi quattordici anni, in un'alleanza per mantenere viva la memoria della tragedia della Shoah, a fronte di una scenario che riporta in Europa le atrocità della guerra, si schierano con forza in difesa della pace, utilizzando la forza evocativa e comunicativa dell’arte.
Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con la loro opera Dio No NO War, Felice Ardito, Aqua Aura, Federica Barcellona, Danila Barone, Stefano Bigazzi, Federico Bonelli, Gregorio Botta, Andreas Burger, Stefano Cagol, Gianluca Capozzi, Paolo Cavinato, Tiziana Cera Rosco, Antonella Cinelli, Gianluigi Colin, Davide Coltro, Isabel Consigliere, Miro Craemer, Carla Crosio, Maurizio D’Usio, Roberto De Pol, Elisabetta Di Sopra, Lino Di Vinci, Adriano Engelbrecht, Manuel Felisi, Davide Francesca, Loredana Galante, Giuliano Galletta, Armida Gandini, Roberto Ghezzi, Mauro Ghiglione, Giorgia Ghione, Lory Ginedumont, Pier Giorgio De Pinto, Giovanni Giulianelli, Carla Iacono, Fukushi Ito, Michel Kiwic, Jan Kuck, Margherita Levo Rosenberg, Alessandro Lupi, Federica Marangoni, Giancarlo Marcali, Ilaria Margutti, Christian Masuero, Luisa Mazza, Erik Mittasch, Virginia Monteverde, Virginia Monteverde, Silvio Monti, Giuseppe Negro, Marco Nereo Rotelli, Stefanie Oberneder, Mimmo Padovano, Mauro Panichella e Giulia Vasta, Max Parazzini, Paolo Piano, Alex Pinna, Annalisa Pisoni Cimelli, Angelo Pretolani, Davide Ragazzi, Alessandra Raggi, Silvano Repetto, Fried Rosenstock, Roberto Rossini, Andrea Sanvittore, Joseph Sassoon Semah, Leardo Sciacoviello, Nina Staehli, Silvano Tessarollo, Lidia Treccani, Cristina Treppo, Theo van Keulen, Gloria Veronica Lavagnini, Alessandra Vinotto, Marilena Vita, Francesco Vullo, Maya Zignone.
Un messaggio chiaro e semplice in una scritta che rifiuta un concetto universale e imprescindibile di sensibilità nelle varie forme creative del proprio modus operandi artistico: "NO WAR" a cura di Virginia Monteverde.
Altre proiezioni avranno luogo ad Amsterdam (Breed Art Studios), Monaco di Baviera (mim), Venezia (La Fabbrica del Vedere) e in molti altri luoghi in Italia: CasermArcheologica, Galata Museo del Mare, Palazzo Tursi, LABA Accademia di Belle Arti, Estensioni oltre lo spazio, diverse scuole e molti altri.
Guarda il videoSEGRETE Tracce di Memoria - Alleanza di artisti in memoria della Shoah. La mostra, ideata e curata da Virginia Monteverde, nata con lo scopo di ricordare la Shoah, viene realizzata ogni anno (dal 2011) nelle antiche prigioni della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale a Genova. Le antiche celle ospitano installazioni site-specific di artisti internazionali, dando vita a una mostra di forte impatto emotivo. Oltre alla Mostra collettiva, l'esposizione ospita incontri tematici, conferenze e spettacoli.
Artisti in evidenza nelle celle delle antiche prigioni della Torre Grimaldina (Primo piano):
Miro Craemer, Manuel Felisi, Roberto Ghezzi, Luisa Mazza, Stefanie Oberneder, Andrea Sanvittore, Francesco Vullo.
Artisti in evidenza del Progetto Giovani Artisti nella Torre Grimaldina (Secondo piano) a cura di Gloria Veronica Lavagnini:
Elisabeth Perro, Diego Rimaos.
Artisti in evidenza per progetti multimediali nella Torre Grimaldina (terzo piano):
ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con la loro installazione di Realtà Virtuale Achtung Banditen?! (per Desktop, Smartphone e Tablet), Giò Gagliano.
Dichiarazione d'artista di ARTOLDO: Durante la Guerra di Liberazione dal Nazifascismo, tra il 3 settembre 1943 e il 2 maggio 1945 ovvero dall’armistizio di Cassibile tra l’Italia e le forze alleate all’entrata in vigore della resa delle truppe tedesche nel teatro di guerra italiano, circa 11.400 militari italiani, 44.720 partigiani e 9.180 bambini, donne e uomini persero la vita passati alle armi e trucidati per mano delle forze armate tedesche in ritirata.
L'installazione virtuale configura un luogo / non-luogo della memoria per le vittime italiane delle rappresaglie nazifasciste che fino ad oggi non hanno ricevuto adeguata giustizia, soprattutto da parte tedesca, a causa del mancato riconoscimento oltralpe dei verdetti dei tribunali italiani competenti in materia, sottraendo i criminali al giusto processo e negando alle vittime una compiuta giustizia umana.
Il memoriale sintetico ricontestualizza metaforicamente e virtualmente il berlinese “Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa” in un fondale che ricongiunge conclusi in sé stesso molti panorami italici, alpigiani, prealpini, montanari, montagnardi, valligiani, padani, metropolitani rasi al suolo, aguzzi come le Apuane. Bagliori rossastri, luminescente eco rossa dal cielo dietro i monti, sole morto, preso il suo posto da strali marziali, marziani, di Marte guerrafondaio.
In una timeline elettronica che ricorda un labirinto dell'orrore, il visitatore ha l'opportunità di appurare i crimini di guerra provincia per provincia usando smartphone / tablet / PC e farsi così un'idea dell'immenso numero di esecuzioni sommarie avverso la popolazione civile italiana. Entrando virtualmente tramite sensori di movimento nel paesaggio desolato delle lapidi e targhe degli eccidi.
Montagne non più verdi ma terra bruciata color grigio fucile mitraglia, lavate via da lava ossidata, si stagliano granitiche su un cielo dove il Sol non è più Levante, Ro-Ber-To Ciano(tico), Schwarze Sonne, Sole Nero non tramonta più la luce che è magma, color Resistenza, color Primavera che tornerà. Ma intanto il General Inverno, ancora una volta nella storia, le operazioni sospese, pretesa è il lungo gelo, il lungo addio, bella ciao. Monta O Sole a Montesole, Alba la presero in duemila il dieci ottobre e la persero in duecento il due novembre dell’anno 1944. Vigila O Stella Rossa, proteggi da quei pazzi che stanno sterminando le genti attorno alle formazioni partigiane nelle retrovie con gli alleati fermi sulla Linea Gotica. Lapilli di lacrime scendono a valle, pioggia battente rimbalza su muri di gomma, si fa neve sulla pianura, là le fabbriche infuocate di furore rivoluzionario, annerite di deportazioni e fuliggini. Fioccano le rappresaglie, lasciano, innalzano, rovesciano token, totem e tabù di guerra, quasi un raid aereo che invece è di truppe a terra, terrestri, troppo terrestri, umane, troppo disumane, con buona pace di Nietzsche.
Il vile adito con cui impunemente gli invasori cercarono di giustificare la loro scia di sangue, la loro fiumana di morti, fu l’inverosimile e volgare slogan di propaganda al grido di “lotta alle bande” con cui si additavano le formazioni partigiane, fiancheggiatori, simpatizzanti e via di seguito per assimilazione tutta la popolazione incontrata. “Achtung! Banditen!” scrivevamo su muri a proscrivere quelle case di paesi presi di mira, in palese violazioni delle norme del diritto penale e internazionale e con l’unico scopo di terrorizzare la popolazione, di vendicarsi di quello che veniva percepito da parte tedesca come un cambio di fronte e nella logica mortifera dell’ideologia della razza, della conquista dello spazio vitale proprio per quella razza credutasi ariana e dello sfregio di tutto ciò che non fosse germanico. Spesso e volentieri con l’aiuto di fascisti repubblichini o della prima ora, d’annata, dannata Sant’Anna, stramazzi a Stazzema, stramazzano a centinaia stra-ammazzati nelle Fosse.
E allora, con il mesto senso del tragico che ci separa dai quegli accadimenti, ribattiamo alla spudoratezza dei veri banditi, gli occupanti carnefici e alla loro faccia tosta di chiamare banditi gli altri, con un punto interrogativo che sta per l’incredulità e uno esclamativo che sta per l’indignazione. Purtroppo e paradossalmente del resto, ad un certo grado di viltà certi gesti diventano davvero incredibili, tanto da esser rimossi e una volta dimenticati lasciare spazio di manovra all’affermazione della loro negazione, come di fatto e di sorpresa assistiamo oggi con l’esplodere del negazionismo anche nelle menti di individui precedentemente non sospetti. Incredulità sotto il segno della banalità del male, niente di nuovo sotto il sole colpisce riconducibile alla serie degli orrori perpetrati in nome di quell’egritùdine dello spirito che storicamente e storiograficamente è detta nazifascismo.
Entra nella realtà virtuale Guarda il videoArtisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil
Anticorpi in corpisan(t)i è un rocambola nella baraonda indotta dalla pandemia, un caleidoscopio guazzabuglio di metafore piuttostosìanzichéno inventate e travisate, una pandemonica matteria in chiave visuale per quanto verosimilmente pendant ad analogie di storicizzante inattualità. Come i no fax con i loro stomachevoli richiami - seppur malamente e malatamente banali, sbalorditivamente inauditi e nella loro ignorante spregiudicatezza di un revisionismo incredibile proprio perché così beota -, gli autori del lavoro si sono sbizzarriti in un parallelismo tra un fenomeno di un dato momento storico ossia la fabbricazione di così detti “corpi santi” in epoca tardo barocca e quella che tutta la schiera dei loser del no coatto vede nella fabbricazione a detta loro “di matrice complottistica” insita nel dispositivo del green pass.
Il lavoro si sostanzia di 5 canali video:
1 con il corposanto in ceroplastica di San Prospero a Dolcedo (IM)
1 che parte con il monogramma di Cristo e attraverso tableaux esplicativi porta alla comprensione della correlazione surrettiziamente rinvenuta tra i prerequisiti della salma cavata dalle catacombe e papabile di santità e il meccanismo soggiacente lo strumento del green pass
3 con una randomizzazione programmata del loop in una griglia 2x2 e 3x3 di video generativi appunto sul tema della similitudine tra “green pass“ e “palmetta” (uno degli emblemi della reliquia santificata e ceroplastificata), “Comitato Tecnico-Scientifico” e “Commissione Archeologa Pontificia” (quella che istituì i requisiti per le salme che potevano aspirare a diventar reliquia), “test sierologico” e “vaso sanguinis” (il balsamario che accompagnava nelle teche i corpi santi), “cultura devozionale” e “coltura anticorpale”, “martiri della fede” e “martiri dello scientismo”
Sarà che come la Melina Riccio anche noi siamo figli adottivi di “Zena” e dunque si è centrifugata una certa somiglianza nella grafia sebbene le analogie finiscano qui, con la sua epifanicamente analogica e la nostra digitale, ma in forma spuria, in certi cicli ancora identificabile un ritmo umano interagente con la macchina circo-generante.
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Il Gruppo ITSLIQUID, in collaborazione con Venezia Events e ACIT Venezia - Associazione Culturale Italo-Tedesca, è lieto di annunciare CONTEMPORARY Venezia 2021 - ITSLIQUID International Art Fair, mostra internazionale di fotografia, pittura, video arte, installazione/scultura e performance art, che si terrà a Venezia presso THE ROOM Contemporary Art Space e Palazzo Albrizzi-Capello.
La settima edizione di CONTEMPORARY VENICE sarà incentrata sul tema dell'IDENTITA' e sul rapporto tra uomo, società e città contemporanea. La mostra esplorerà stili di vita e modi di essere che corrono su un piano parallelo alla nostra vita ordinaria. I comportamenti quotidiani sono veri e propri riflessi delle città e delle società che abbiamo creato, sviluppando un'identità personale. Questo nuovo carattere della città diventa il nuovo ordine che modifica la nostra vita quotidiana. Tutti gli artisti sono invitati a riflettere sul tema e a presentare opere ad esso correlate.
Artisti in evidenza presso lo spazio d'arte contemporanea THE ROOM: Micaela Aljovín . Perú | Cecilia Álvarez . Messico | Maria Aparici . Spagna | ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil . Italia / Germania (con le loro opere AT MOre SPHERES, Timor Panicus e TempoRally) | Hugo Auler, Jr. USA | Iva Bialopiotrowicz . Polonia | Erwin Blase . Germania | Bea Blousson . Argentina | Cristie Boff . Italia | Daniel Cevallos Andrade . Ecuador | Kg Augenstern Christiane Prehn e Wolfgang Meyer . Germania | Elena Cichetti & Su Türktekin Özdemir . Regno Unito | Elisha Nadene Clark . Australia | Narelle Delle Baite . Australia | Sonia Dias . Brasile | Andreas Ender . Austria | Elena Gastón Nicolás . USA | George Houndalas . Grecia | Andrea Kanishi . Giappone | Irina Kassabova . Bulgaria / USA | Dmytro Kataiev . Ucraina | Kojun . Giappone | Alexandra Kordas . Germania | Don Kosta . Germania | Sybille Lampe . Germania | Gudrun Latten . Germania | Haerim Lee . USA | Lorenzo Li Greci & MetGen . Finlandia | Lisha Liang . Cina | Liz Stubbs & Penny Treese . USA | Donglai Meng . Cina | Fares Micue . Spagna | Gera O'Shio . Svizzera | 12PM . Italia | Gianluca Pollini . Italia | Renée Rauchalles . Germania | Molly Richards . Regno Unito | Zizi Rincolisky . Belgio | Rh+ Rodenhäuser Holstein . Svizzera | Yolanda Santa Cruz . Cuba | Tomas Savrda . USA | Greta Schnall . Germania | Kathrin Schweizer . Svizzera | Gary Setzer . USA | Gabi Simon . Francia | Maria Stamati . Grecia | Lorna Stovall . USA | Zazu Swistel . USA | Aram Tahmasebi . Iran | Chih-Fen Tsai . Taiwan | Sanja Vatić . Slovenia | Irene Venetsanou . Svizzera | Gioele Vettraino . Italia | Jane Walker . Regno Unito | Shaun Wilson . Australia | Sirui Yang . Cina | Root Yarden . Israele | Sebnem Yuksel . Turchia | Majda Zorko . Slovenia
Artisti in evidenza a Palazzo Albrizzi-Capello: John Addams . Austria | Claudia Esra Ahrens . Germania | Federico Alcaro . Italia | Micaela Aljovín . Perú | ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil . Italia / Germania (con le loro opere AT MOre SPHERES, Timor Panicus e TempoRally) | Rolf Berte . Germania | Luisa Bianco . Italia | Cristie Boff . Italia | Lia Bottanelli . Italia | Sera Camas . Turchia | Roderick Camilleri . Malta | Simona Capitini . Italia | Caterina Casagrande . Finlandia | Daniel Cevallos Andrade . Ecuador | Kg Augenstern Christiane Prehn e Wolfgang Meyer . Germania | Elena Cichetti & Su Türktekin Özdemir . Regno Unito | Manuela Clarin . Germania | Federica De Francesco . Italia | Damir De Simone . Slovenia | Elizabeth Dillman . USA | Lucas Dinhof . Austria | Drash La Krass . Francia | Mar (Mar De Color) Enríquez . Spagna | Ern(e)st_bettyzola . Italia | Hernan Escobar Saatdjian . Francia / Venezuela | Elena Gastón Nicolás . USA | Jasmin Genzel . Francia | Ozge Gurkan . Turchia | Nelya Hapchyn . Spagna | Kip Harris . Canada | Sebastian Hoyos . Francia | Layla Jaleel . Germania | Nick Kacic-Miosic . USA | Katya Kan . Regno Unito | Alexandra Kordas . Germania | Lawrence Kwakye . Paesi Bassi | Karl Weiming Lu . Australia | John Maki . USA | Christopher Maxwell . Paesi Bassi | Donglai Meng . Cina | Marco Metto . Italia | Christina Mitterhuber . Austria | Tiziana Mucchiani . Svizzera | Ágnes Nagy . Ungheria | Grant Pace . USA | Vernante Pallotti & Daniele Zen . Italia | Armando Pelliccioni . Italia | Christa Perez Bailey . USA | Valentin Pfeifhofer . Italia | Enrico Pulcinelli . Italia | Zizi Rincolisky . Belgio | Erwin Rios . Austria | Rh+ Rodenhäuser Holstein . Svizzera | Marco Ronga . Italia | Maria Saad . Libano | Toril Sæterbakken . Norvegia | Vittorio Sancipriano . Italia | Michael Schwan . Germania | Kathrin Schweizer . Svizzera | Ege Serin . Turchia | Ximena Sedano . Colombia / Svizzera | Gary Setzer . USA | Nina Stopar . Slovenia | Guillaume Thunis . Belgio | Loona Tirabassi . Italia | Sanja Vatić . Slovenia | Matteo Volonterio . Italia | Yiran (Rachel) Wang . Cina | Isha Will . Giamaica | Shaun Wilson . Australia | Peter Wirth . Austria | Root Yarden . Israele | Zeynep Yazici . Turchia | Sebnem Yuksel . Turchia | Marina B. Žlender . Slovenia
Guarda il video Leggi l'intervistaArtisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro e Chris Weil con la loro opera VE®NICE69, Indrani Ashe, Zha Babaieva, Sarah Boulter, Kannetha Brown, Tara Campling, Darkreconstruction Kiki Febriyanti, Brittonie Fletcher, Lauren Grudzien, Charmaine de Heij, Kate Jessop, Eili Bråstad Johannessen, Cara Kuball, Molly Leebove, Melanie Light, Marija Lucic, Aubane Berthommé Martinez, Ana Minujin, Monika Estrella Negra, Samera Paz, Olivia& Madeleine Peters, Jess Pittman, Jenny Plante, Colette Pomerleau, Shay Revolver, Allison Tanenhaus, Oona Taper, Kristina Tokar, Eva-Maria Unglaube, Maria De Paula-Vázquez, Juliane Vowinckel, Vincy Wang, Keren Zaltz.
Un gioco visivo di "telefono"
Le regole del gioco:
-Gli artisti hanno ricevuto un'immagine o un microcorto e poi hanno realizzato un'immagine o un microcorto in risposta al pezzo ricevuto.
-Gli artisti hanno avuto una settimana di tempo per rispondere.
Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil
Dalla serie Natura Morta - Eppure la natura morta
MORTO come un DODO
Il mausoleo tassidermico definitivo:
Un'esposizione online permanente per Dodos, camicie impagliate e altri reazionari Smettete con la tassidermia ultraconservatrice Abbracciate i movimenti rivoluzionari e RIVOLTATEVI ONLINE!
Con riserva sullo schermo - Interazione con i morti e anticipazione dell'aldilà dell'ancien regime e del capitalismo.
Curatrice: Virginia Monteverde | Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil
Installazione di video arte a 7 canali con più di 100 immagini in movimento.
Dichiarazione d'artista di ARTOLDO: Il Castello Raggio, già badia, già villa, già polveriera, fu eretto su un promontorio con vista, a Ponente, sui cantieri navali sestresi della navigazione generale italiana, maggiore complesso armatoriale d’Europa, vanto per molti, fosse solo per sentimento d’appartenenza della classe lavoratrice, figurarsi per quello padronale. Un areale che promette aeroporti e altre amenità purché fossero magnifiche sorti et progressive. A Levante sullo sfondo la Lanterna, vestigia mai dismessa, più a fuoco, impianti costieri a ciclo integrale. Nacque liberty - strizzando l’occhio al triestino Miramare - di un politico imprenditore, reggente di un crescente impero d'acciaio a fusinare a vista anche per lui appoggiato alla balaustra sulle onde. Un belvedere dunque, in ogni senso lo si pigliasse. Dopo aver ospitato un po’ di belmondo e prima di diventare per rappresaglia dormitorio per forze d’occupazione che per revange della storia poi proprio dai piedi di quel promontorio saranno cacciate prima di tutte, sarà fatto saltare in aria.
Lì attorno i pescatori, categoria a finire, in armonia coi bagnanti, sanno tutti che sono in bilico tra l’atavico e il nuovo che incombe e si porterà via le belle giornate in spiaggia e il loro lavoro di sempre, dando occupazione diversa, ma non più diversivi, facendo del quartiere delle ville fuori porta un primato d’altoforni, la biancheria stesa al sole tra i palazzi sarà la cartina di tornasole dello scotto del passaggio, voluto o no da tutti, torna o sole, abbasso il forno. Ponente genovese ridotto a rumentaio della città, i benpensanti di là, a molti chilometri, forse son passati un giorno lontano da Sestri e Cornigliano, la puzza al naso naso, non a caso loro non abitano qui e questa non è la vera Genova, solo delegazioni, dando la colpa al sogno della Grande Genova, che colpevole è, ma non meno di quelli che cent’anni dopo fanno ancora del bipolarismo urbano scudo di vite più altolocate.
Un Castello del mondo urbano ancora rurale sì già industriale che ruba il mare con le sue reti, irretendo, al motto del progresso, chi dorme il futuro non piglia pesci, che è uguale a dire che in futuro chi progredisce in nome del progresso di pesci non ne prenderà più. Si tratta sempre di chi definisce cosa, i vari Raggio, i vari Oscar Sinigaglia con placido benestare di Einaudi e buona pace di tutti. La nostalgia prolifera laddove campagna e idillio incontrano il male minore, allora la fabbrica, certi territori son segnati, soprattutto se non son né carne né pesce. Come quelle delegazioni a fin de siècle, relegate dove tramonta il sole, non più villaggio, nemmeno davvero città. Suburbia della Superba, là dove c’era l’erba e l’acqua.
Finis terrae, finis Genuae. I bagnanti, rimasti fin che asciuga all’ombra dell’ultimo sole alto sullo splendente castello che non gettava ombre sul Vangelo del progresso, non lo abbandoneranno nemmeno quando lì sotto tuoneranno le palle dei cannoni gettate a mare, manovre militari a(N)saldo della guerra, che fan tremare le vene ai Raggio - che riparano presso altri lidi retroterra tanto in fondo alla campagna -, affreschi si staccheranno dalle pareti lasciando tutti di stucco benché sotto le bombe. Bagna acciuga, su quel mare scuro, on a solidarity beach dove venivano fino i milanesi, tutti appesi ad un filo di salsedine, ad oltranza per [poi] non tornare più.
Terminate la sue vicende terrene, l’esistenza del castello ormai ombra di sé stesso, abbandonato, depredato, fatto esplodere, continua ad essere un fatto sociale nella memoria appunto così detta sociale, che a seconda di come è di volta in volta incarnata ed espressa dal singolo, emanerà una rappresentazione diversa. Rappresentazioni che sono raggruppabili in categorie - proprio come negli studi sociali, gli individui in gruppi - e ne rappresentano la visione del mondo, la Weltanschauung. Ecco come la memoria si regge, i reggenti siamo noi, sovrani del nostro destino almeno nella raffigurazione, quando il gioco delle forze sociali si fa duro e non da più gioco. Emanazioni mentali rette su memorie, irradiano raggi di luce, a volte anche oscura, comunque fulgenti, rifulgenti, sfolgoranti, raggianti.
Il Castello dunque permane, fosse solo nella memoria collettiva e come lì forse anche altrove come possibilità. Come alternativa. Ad arricchire la fenomenologia delle realtà alternate. Come ipotesi, ipostasi controfattuale. Storia e controfattualità. Come in un romanzo di Philip K. Dick, The Man in The High Castle, in cui esiti alternativi a vicende storiche, umane troppo umane, sono tutte ad un tempo possibili, perché se la realtà supera la fantasia, come la si mette con il fatto che realtà ed irrealtà sono la stessa cosa coincidendo? Le coincidenze sono di rado l’eccezione nei mondi paralleli in cui il castello continua la sua esistenza.
Quali sono le sembianze del Castello Raggio nelle realtà alternate? È questa la domanda a cui Sara Ferro e Chris Weil del duo ARTOLDO cercano di dare risposta nell’ambito della mostra I reggenti raggianti del Castello Raggio presso Etherea Art Gallery di Virginia Monteverde.
In sette galassie che gli schermi, come in un esperimento di fisica rendono visibili - ne costituiscono la cartina di tornasole di cui si diceva - si aprono allo spettatore i mondi retti dalla memoria collettiva. In ognuno di questi mondi valgono leggi fisiche e sociali diverse. In alcuni lo spettro luminoso si rispecchia in una moltitudine di colori accesi e fulgidi, in altri prevale la fantasmagoria di forme in continuo uscire ed entrare da sé stesse ad continuum, in molti pulsa qualcosa, che sia il ritmo dato dalla velocità del movimento o il balenio del ricordo, in tanti l’atmosfera è data da colori invertiti come in un negativo di pellicola fotografica. Ombre e luci, come della realtà sociale quando si fa politica, forti contrasti, polarità, inversioni di rotta, rivolte.
Inoltre il tempo oltre ad essere relativo è anche soggettivo. In certi mondi trascorre più lentamente, sembra quasi fermarsi del tutto, in quelli vicino al contrario scorre veloce, tra rapide accelerazioni.
Il gioco delle alternanze tra gravitazione e deformazione delle prospettiva di dentro e fuori è metafora del proprio sé nelle vite passate e future. Anche quando il momento appare lo stesso, lo stesso si differenzia sempre dal nuovo così che il déjà-vu diventa esperienza collettiva dei bagnanti. Ogni mondo si compone di cinque sensi - numero simbolizzato dalla ripartizione sullo schermo - che influenzano le emozioni nel ricordo. Sentimenti che non potrebbero essere più diversi, come l’universo e la vita stessa, eppure raggruppabili, perché l’uomo è sempre lo stesso. Il Castello sta nel mezzo del nostro punto di vista, a volte di lato, a volte si sdoppia, a volte estroverso, a volte si chiude su sé stesso, a roccaforte dei bagnanti, quartier generale di una resistenza contro gli obbrobri perpetrati in città. A sguardo prospettico corrisponde un diverso senso della realtà, presente, passata, futura.
Siccome niente può essere più veloce della luce, in questa mostra ci raggiungono solamente i frammenti delle proiezioni dei diversi mondi, il suono stesso si perde nel viaggio attraverso il cosmo già nell’atmosfera, giacché l’universo non ha acustica e con ciò eco e rumore. Così che al visitatore non rimane che lasciare andare la fantasia nel chiedersi cosa avessero potuto pensare e dire le persone in quei diversi mondi della reminiscenza, come avessero esperito o esperiscano ancora il momento dell’essere davanti a quel Castello nella permanenza e transienza di questo, anche quando l’edificio non esiste più nel nostro mondo. Un collage di ricordi.
Guarda il videoProiezioni visibili direttamente dalla strada, pomeriggio e sera, con opere di Lisa Armstrong, ARTOLDO – Sara Ferro & Chris Weil with their work TempoRally, Audrey Barcio, Ruth Biene and Timo Herbst, Thomas Georg Blank, Methas Chantawongs, Jiayi Chen, Hugues Clément, Javier González Pesce, Anthony Hamilton, Shir Handelsman, Lisa Hoffmann, Jonathan Johnson, Amay Kataria, Toby Kaufmann-Buhler, Daniel Kukla, Jasmine Lin, Jeff Mendenhall, Ruxandra Mitache, Rick Niebe, Ej Nussbaum, Labkhand Olfatmanesh, Cheryl Pagurek, Matthew Pell, Miloš Peškir, Susanne Layla Petersen, Erika Råberg, Clemens Reinecke, Diego Rodriguez, Hiroya Sakurai, Maxine Schoefer-Wulf, Leviticus Shand, Paulius Sliaupa, Nicko Straniero & SYZY GAL O00O, Allison Tanenhaus, Hi Yo To e Sally Waterman.
Guarda il video Guarda lo showCentrale Festival si trasformerà nei prossimi mesi in un evento "diffuso", pur mantenendo la sua centralità a Fano, nelle Marche, dove è prevista la dodicesima edizione: 11, 12 e 13 giugno 2021. Il Centrale Festival si impegna a presentare opere d'arte realizzate in luoghi vicini a casa nostra, occupando spazi non direttamente interessati dalle necessarie limitazioni imposte dall'emergenza sanitaria covid-19. Pertanto, una serie di artisti sono stati invitati a uscire dalla logica tradizionale dell'arte, ma anche dalla virtualità che ormai caratterizza le nostre vite, applicando la loro ricerca visiva a luoghi fisici diversi, con modalità espressive differenti, per promuovere l'esperienza quotidiana dell'opera d'arte, nonostante il confinamento e la limitazione.
Artisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil (Genova) con le loro opere Sfarfallii liberali 360° per Centrale Around, Roberto Cavazzuti (Paris), Elena Franco (Brandizzo), Simone Massafra (Milano, Gianluca Micheletti (Costa di Mezzate), Alessandro Modonutto (Udine), Jessica Raimondi (Anzola dell'Emilia), Angelica Ruggiero (Bologna), Antonella Sabatini (Palcano) & Demesis Tescaro (Bosisio Parini).
Dichiarazione dell'artista di ARTOLDO: L'opera video documenta un lungo momento di un fenomeno molto raro. Catturato alle pendici del Monte Bianco in una bella mattinata di sole e aria tersa, un momento del genere si presta all'idea di una visione a 360 gradi che lo spettatore può fare propria muovendo il dito o il mouse sullo schermo. Interagire con l'opera in questo modo, toccare la natura, farla propria, renderla meno incontaminata? La trasformazione di un codice QR in un video è analoga alla metamorfosi di una farfalla. Lo spettatore interessato è invitato a partecipare a questa trasformazione.
Il progetto a 360° racconta la storia di un ambiente pacifico caratterizzato da un raro fenomeno in cui uno sciame di farfalle si nutre del nettare dei fiori, mostrando la bellezza ma anche la fragilità di un ecosistema complesso. L'installazione video è configurata per funzionare come un'esperienza interattiva a 360° in cui lo spettatore può vedere la natura incontaminata muovendosi, afferrando o toccando la natura con le mani (mouse), ma offre anche la possibilità di essere proiettata su larga scala come un loop video piatto su una parete, un edificio o in un cinema.
Il filmato è stato girato in una splendida giornata estiva in Val d'Aosta, vicino al Monte Bianco, e il nostro obiettivo era/è quello di documentare la bellezza della natura e dei suoi abitanti, parafrasando Francisco Goya: "Il sonno della natura (la ragione) produce mostri". I demoni stessi sono creati attraverso l'effetto caleidoscopico e proteggono la foresta dalle cattive vibrazioni e dalle macchine distruttive dell'uomo.
NELLO SPAZIO FA FREDDO / IT'S COLD IN SPACE è un progetto multimediale aperto, che indaga la forma della mezza sfera cava come struttura simbolica primaria della vita umana a livello biologico, cosmologico, sociologico e storico.
Curatori: Giorgio Barbetta, Chiara Caratti, Monica Cattani, Laura Davì, Luca Panaro, Arianna Sollazzo, Ilaria Sponda
Artisti in evidenza: Viola Arduini, ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil con le loro opere AT MOre SPHERES, Oreste Baccolini, Luka Bagnoli, Elisa La Boria, Matteo Balduzzi, Sara Barberio, Pietro Belotti, Nene Bertoz, Lidia Bianchi, Paolo Bianchi, Steve Bisson, Nadia Busato, Daniele Cabri, Stefano Canetta, Bona Castagnini, Francesca Catellani, Roberto Cavazzuti, Alessandra Cecchini, Loredana Celano, Mara Cerantola, Perry Chan, Michele Corgnoli, Marilisa Cosello, Diana Del Franco, Martina Della Valle, Margherita Del Piano, Giuseppe De Mattia, Alfonso Emanuele, Elena Franco, Claudia Gaudiello, Alessandra Gellini, Gaia Giordani, Davide Glavina, Filippo Glavina, Ilaria Iaquinta, Giacomo Serra, Fiorella Iacono, Giacomo Infantino, Francesca Ruberto, Angelo Iodice, Lea Leroy, Valentina Loffredo, Vanessa Lopes, Paola Lumia, Ambrogio Luzzardi, Giovanni Mantovani, Francesca Marengo, Matteo Martini, Simone Massafra, Marco Menghi, Gianluca Micheletti, Antonio Miucci, Marco Missiroli, Sara Montrasio, Stefania Oppedisano, Luciano Perciaccante, Paolo Pizzagalli, Marisa Prete, Agnese Riccitelli, Antonio Riello, Lia Ronchi, Valerio Rocco Orlando, Saggion-paganello, Angelo Sicilia, Joana Skiavini, Jacopo Stofler, Maura Tagliaferri, Dario Torre, Carlo Trimarchi, Jacopo Valentini, Lorenzo Vecchi, Federico Vespignani, Amanda Vila Carbonell, Mirko Zambelli.
Guarda il videoArtisti in evidenza: Amy Alexander, Antonio Alvarado 1938, ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil (Germania, Italia) con le loro opere Vespertilio Spillover, Gili Avissar 1980 (Israele), Tova Beck-Friedman (Israele), Marie Bismonte, Sarah Bliss, Sandra Bouguerch, Yolande Brener, Matteo Campulla, Isabel Chiara, Wilfried Agricola de Colonia, Abdoul-Ganiou Dermani 1973 (Germania, Togo), Darko Duilo, Kokou Ekouagou, Lori Ersolmaz, Gwendolyn Audrey Foster, Robert Frankle 1965, Musical Friends, Jerry Galle 1969 (Belgio), Johannes Christopher Gerard, Werther Germondari 1963 (Italia), Ian Gibbons, Francesca Giuliani, Stephan Groß 1979, Finn Harvor, Bernhard Hollinger, Dee Hood, Danielle Imara, Ebba Jahn, Shivkumar KV 1982, Katya Kan, Kenji Kojima, Maria Felix Korporal, Igor Krasik, Ulf Kristiansen 1969 (Norvegia), Ellen Maiorano, Kim Maree, Lino Mocerino, Willow Morgan, Alireza Amin Mozafari, Noviki Studio, Lorenzo Papanti, Muriel Paraboni 1977 (Brasile), Lisi Prada, Jutta Pryor, Amadeu Rodrigues, Luis Carlos Rodriguez, Roger Simian, Ronnie Sluik, Anja Strelec, Sarahjane Swan, Katherine Sweetman (Stati Uniti), Erick Tapia, Eija Temisevä 1956 (Finlandia), Alina Tofan, Tushar Waghela 1975 (India), Dawn Westlake, Jacqueline Williams
Guarda il videoArtisti in evidenza: Barry Anderson, ARTOLDO - Sara Ferro e Chris Weil con la loro opera WhimSeaCall - Nocturnal Sea, Denise & Gordon Asti, David Baumflek, Magdalena Bielesz, Kayla Cantu, Camilo Cárdenas, Methas Chantawongs, Marcos Bonisson & Khalil Charif, Hyejung Choi 최혜정, Jonghan Choi 최종한, Lisi Prada & José Cruzio, Julia Dorobinska, Rudolf Han 루돌프 한, Michael Hazani, Hyunseok Jeong 정현석, Tacie Jones,Avdi Hajdari-KAME, Marina Landia, Jinsoul Lee 이진솔, João Cristóvão Leitão, Justin Lincoln, Hugo Ljungbäck, Hyeyoung Maeng 맹혜영, Miodrag Manojlovic, Shahar Marcus, John O’Donnell, Melissa Pareja, Susanne Layla Petersen, Éanna Mac Cana & Moon Paw Print, Hande Sever, Elena Stelzer, Lisa Tolstyka
Guarda il videoArtisti in evidenza: ARTOLDO - Sara Ferro & Chris Weil
Gli Etruschi dividevano la loro visione del mondo in quattro parti (Nord, Sud, Est e Ovest), collegate da una croce invisibile che univa gli dei, allocati nelle diverse direzioni del cielo. Anamorpheion - In/between Worlds", in collaborazione con Iulia Millesima, è il risultato di una cine-istallazione, un'installazione di video arte che interpreta la "Via Cave" degli Etruschi e la "Scarzuola" di Tomaso Buzzi, una città ideale, costruita nel cuore profondo dell'Umbria. Immergetevi in un sogno antico all'interno di un sogno, non c'è scampo.
Presentato da Nevia Pizzul-Capello, con l'interpretazione di Giuseppe Ferro e la musica di Piero Pizzul, il progetto di videoarte Anamorpheion rappresenta un viaggio mistico tra simboli apertamente ermetici, quindi interiorizzabili e intelligibili nonostante il loro essere arcani. I diversi mondi onirici fluiscono l'uno nell'altro senza soluzione di continuità, cioè eternamente, come eterni sono sia l'anima che il percorso sapienziale. Il personaggio ascolta la propria voce interiore che segue letteralmente e che gli sussurra stati d'animo e vibrazioni piuttosto che parole. L'ispirazione per l'opera è nata da un discorso sul gioco sacro etrusco e su quelle figure che, come il protagonista del film, possedendo le conoscenze più alte nel solco delle tradizioni esoteriche più complesse, si trovano di fronte alla sfida di ricondurre tale complessità a qualcosa che riporti l'uomo alla sua essenza più pura, come tale riscontrabile solo in natura in un gioco di rimandi tra terra e cielo, come nella millenaria tradizione ermetica.
Girato tra le Vie cave etrusche, nella Maremma toscana e a Buzzinda, città ideale costruita da Tomaso Buzzi a Montegabbione d'Orvieto in un luogo dove pare visse anche Francesco d'Assissi, Anamorpheion è un viaggio tra dimore sapienziali declinato nella complessa fenomenologia delle variazioni del tufo, formazione geologica il cui destino, sia esso scavato o reso in laterizio, è ancora aperto per essere nuovamente inghiottito dalla natura, finché esiste.
Dichiarazione dell'artista di ARTOLDO: Anamorpheion - In/between Worlds mostra un sogno nel sogno, un mondo interiore e uno esteriore. Un'esperienza cinematografica ampliata basata sulle opere di Tomaso Buzzi e degli architetti etruschi. Gli Etruschi immaginavano il loro cielo - Zeri e la terra - Cel come squartati da una croce invisibile costituita da un asse nord-sud noto come Cardo e una linea est-ovest denominata Decumanus. È stata la prima menzione di un possibile multiverso che comprende mondi paralleli e dimensioni multiple. Per creare questa esperienza abbiamo sviluppato un algoritmo che ci consente di creare caleidoscopi specchiati senza perdere il film originale.
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